i motivi che mi hanno indotto a istituire un movimento di volontariato ’’Il Mandir della Pace’’

Dopo aver volutamente concluso il ciclo lavorativo , svolto nei meandri della burocrazia , permeata di modelli ormai obsoleti e stereotipati, e che , per ristrettezza di vedute ed opinioni , non si confaceva più alla mia natura di ricercatrice spirituale, creativa e dinamica, proiettata a 360 °dopo una full immersion in paesi del terzo mondo ed attingimento alle saggezze “vediche”, ho preferito andarmene in pensione precocemente per dar spazio a ciò che ho sempre pensato fosse utile alla Società e a me stessa , cioè far sì che la “ conoscenza”, da libresca e acculturata ,fine a se stessa, potesse trasformarsi in “consapevolezza” , strumento necessario e indispensabile per sviluppare una “Cultura” di Pace , globalizzata ,ed è stato questo il motivo che mi ha spinto a fondare un movimento di volontariato , “Il Mandir della Pace”(la parola Mandir in sanscrito vuol dire “Tempio”)che promuove servizi culturali, sociali e umanitari ,nell’ottica di questo parametro, per abbattere le barriere della sterile retorica . L’obiettivo che si pone è quello di contribuire, attraverso i canali della Cultura , dell’Arte, della Scienza e della Comunicazione, in Pensiero, parole ed azioni , alla crescita della “Coscienza Umana” promuovendo la realizzazione di progetti ,volti a determinare nuovi modelli socio-economici, opportuni per lo sviluppo e la diffusione di una cultura di Pace. Una cultura di pace intesa come insieme di valori, atteggiamenti, tradizioni , modi di comportamento e stili di vita fondati sul rispetto per la vita, i diritti umani, la cessazione dei conflitti, e sulla promozione e la pratica della nonviolenza tramite l’educazione, il dialogo e la Cooperazione tra popoli da Oriente ad Occidente. L’oggetto che mi spinge ad operare nel settore della comunicazione è proprio per poter condividere questa necessità ,che si rende sempre più opportuna sul piano dell’operatività , al fine di favorire l’aggregazione di una massa critica che determini sul piano evolutivo un’espansione di coscienza che caratterizzerà la Nuova Era.
Premesso che niente che riguardi l’uomo può prescindere dalla cultura,Tutto è cultura, anzi; perché cultura non è nozionismo, non è lo sfoggio di un’erudizione che schiaccia ma non consola, che sorprende ma non completa. Anche quando il fato sembra dominare l’esistenza dell’uomo, egli resta il signore della storia, il protagonista in ogni era e in ogni parte del mondo e soltanto perché ha cultura, E’ grazie alla cultura che l’ordine vince sull’anarchia, che la civiltà continua a crescere sempre e ad avanzare, inarrestabile, nel tempo e nello spazio.Se dalla caverna si passa alla città, nonostante le commistioni di razze e le lotte per la supremazia, il deus ex machina è sempre la cultura, ossia la civilizzazione dei popoli.In assoluto la cultura è strumento di libertà La sua realizzazione storica coincide proprio con la scoperta di quei valori che solo nel segno dell’uomo trovano misura e qualità. Fenomeno di larga interpretazione, la cultura corrisponde alle istanze di ogni tempo, assicura a tutti un eguale punto di partenza, dà a ciascuno la corresponsabilità delle proprie e delle altrui azioni. Ed é giusto, in questo mutare della vita sociale, la promozione del nostro destino, la sicurezza delle relazioni umane, l’universalità del nostro linguaggio. Soltanto così la sua comunicabilità ha un senso. in quanto l’idea si fa discorso oggettivo capace di diffusione e di traduzione in beni concreti, ossia in godimento della comune civiltà universale,D’altra parte l’Arte, il Pensiero, la Scienza sono categorie dello spirito, atte ad esprimersi e a dilatarsi per esigenze di Comunicazione, per insopprimibile virtù di linguaggio. Ecco perché, sul piano stesso della riflessione, essendo proprietà sociale, la proprietà intellettuale si trasforma, prima o poi, in comune patrimonio.Lo spirito dell’uomo non è mai arido. Se certe sue idee, certi suoi sentimenti sono universali, più volte scoperti e riscoperti dalla filosofia, dall’arte, dalla scienza stessa, ciò significa che la Cultura è dimensione universale.Ogni cultura, ogni civiltà, ogni tempo, ogni moda tentano di dare una loro risposta ai grandi interrogativi irrisolti della vita; e gli uomini nei secoli corrono sempre verso il futuro, animati e avvinti dalla stessa ansia, dallo stesso desiderio, dalla stessa bramosia di conoscere, di scoprire, di sapere, protési sempre, in una corsa che sembra ricondurli al medesimo posto, pur spingendoli continuamente ad altezze maggiori, dove lo sguardo può finalmente spingersi verso più vasti orizzonti.Tuttavia l’opera di mediazione nella comunità sociale può essere svolta soltanto dalla “Cultura” che scandisce tutte le antinomie e che partecipa a tutti i contrasti per incontrarsi ed unificarsi in quelle Verità universali che strappano la maschera al bruto per restituirci l’Uomo.Oggi, era della civiltà tecnologica, è il tempo della trasformazione della materia in energia, della conquista dell’etere, del tempo spazio consentito all’uomo. Ma l’uomo non è mutato. è sempre lo stesso, come sempre lo stesso è il concetto di Cultura, che, in termini pratici, vuol dire saper usare nel modo migliore gli impulsi e le qualità dell’uomo sociale E’ così che nella nostra cultura, la più vasta, dopo un lungo giro di millenni forse per la prima volta l’uomo diventa “gli uomini.” L’Umanità intera, insomma. Quel patrimonio, che era del singolo o d’una ristretta classe, ora si offre alla Comunità, a quella smisurata comunità che si chiama il mondo. Tutto ciò che era ed è cultura dispersa, forse, lontana, ignorata, deve tornare a confluire nel bene di ognuno. Tutti i popoli spaziando da Oriente ad Occidente , dovranno collaborare, come i vapori degli stagni o delle paludi tornano ai flutti del mare, o la foresta alla voce del vento, E tutte le razze dovranno aprire il loro grembo segreto all’Umanità, comunicando Arte e Cultura in tutte le loro forme. Sarà questo il traboccare di un comune patrimonio, l’immergersi in una totale elevazione dell’intelletto,La civiltà, dunque, non deriva, se non indirettamente dalla tecnica ch’essa genera, ma discende dall’essere l’uomo nato ad acculturarsi, a socializzarsi, a responsabilizzarsi. Ecco perché la cultura è bene personale ed insieme universale ed è forse la più grande consolazione ai mali che vanità, sopraffazione e tirannide fanno cadere sulla terra, sotto tutte le latitudini e sotto tutte le bandiere.
Ciò che si vuole quindi rappresentare nella realizzazione degli obiettivi del Mandir della Pace è un’Immagine di nuovi modelli socio- economici ripercorrendo i canali dell’ARTE CULTURA COMUNICAZIONE
per costruire una linea di comunicabilità e collaborazione necessarie ad un fecondo rapporto intellettuale, etico, sociale ed umanistico, con una propria identità olistica e futurista ,che possa dare alle avanguardie culturali, alle nuove correnti artistiche, ai nuovi fermenti creativi quell’incitamento idoneo per continuare ad operare nel difficoltoso cammino della ricerca, profondamente ricompensati dalla limpidezza espressiva della solidarietà e della collaborazione, dalla libertà ,scolpita come atmosfera e come materia, dalla sensibilità e dalla adesione di chi opera alimentandosi delle grandi irradiazioni della Cultura, come somma di conoscenza. di esperienza, di tecnica acquisita nel tempo e di forze intellettuali, creative, operative, sociali, oltre che finanziarie, unite nel costituire il frutto del fervore e dell’entusiasmo , con il dovere morale e sociale della Grande Comunicazione Universale, per costruire una nuova civiltà di pace del terzo millennio
Dall’Io al Noi” è un sentiero di un consapevole modello di vita, fondato su una logica di sincretismo e di integrazione di opposti che conduce all’Unità, composta da Diversità, formato da un tessuto(Patchwork)la cui trama è la Compassione e l’ordito la ricerca del Sé. E’ un cammino sinergico di alleanza tra popoli, da
Oriente ad Occidente, che si riconoscono ,generati da un’unica matrice , e che si ricongiungono all’intero creato nel principio del “Tutto “cosmico, fondando sulla condivisione di Valori Universali, al di là di ogni credo, cultura e razza, Il progetto per un” nuovo ordine”, basato sulla promozione di iniziative concrete nell’ambito artistico- culturale, sociale , prevede il coinvolgimento convergente di associazioni , movimenti di volontariato, fondazioni umanitarie, operatori sociali, istituzioni civili e religiose, e di coloro che credono che la Pace non sia solo un ‘opinione.
L’unità è indispensabile, sia per la ricchezza e la prosperità di una nazione che per la pace e la felicità di una famiglia. In assenza di Unità, regna inquietudine e caos.
Sulla base di questi princìpi da 20 anni circa promuovo annualmente ad Assisi un Meeting “L’Oriente incontra l’Occidente sul sentiero francescano per una nuova civilta’di Pace’’quale specchio del messaggio di Francesco, ponte d’Amore e fratellanza Universale tra popoli di differenti culture, fedi e razze: l’Unita’ nella diversita’
Maria Gabriella Lavorgna PRES.Fondazione Il MANDIR DELLA PACE

shantij

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