Assisi-La famiglia umana sui sentieri della Pace-

Assisi 2003-Meeting del Mandir della Pace-La famiglia umana sui sentieri della pace

“Gloria a Dio in cielo e pace in terra agli uomini che egli ama” con questo canto di lode la lieta notizia della nascita di Gesù di Nazareth, Salvatore, Cristo, e Signore, (Lc 2,11) viene annunciata ai pastori. Così l’evangelo di Luca, quasi fin dalle sue prime pagine, ci introduce al tema della pace, un tema tanto caro a tutta l’umanità. E’ provvidenziale che all’alba del terzo millennio e, significativamente oggi, qui ad Assisi, ci fermiamo a considerare con meraviglia “la Famiglia umana sui sentieri della pace”. Il tema generale di questo ” Meeting: L’Oriente incontra l’Occidente: Insieme per la pace nel terzo millennio”,promosso dalla Fondazione”Il Mandir della Pace”, lancia davvero, un forte invito a spalancare i nostri cuori ed estendere i nostri sguardi per scoprire quel mondo nuovo e quella umanità nuova che spesso emergono in molti angoli del nostro pianeta, in modo quasi invisibile, talvolta anche nell’infuriare delle guerre e delle sofferenze di ogni genere. In questi ultimi anni assistiamo anche ad un sorprendente moltiplicarsi di libri. Quanti libri e quanti volumi attorno al tema: “EDUCAZIONE ALLA PACE E ALLA SOLIDARIETA'”. Sarebbe realmente irrealistico lasciare alle Forze Armate il monopolio istituzionale non solo della guerra ma anche della pace.
La famiglia umana sui sentieri della pace, un titolo attraente che dice tanto e che allo stesso tempo suscita tante aspettative nel cuore. La mia professoressa di antropologia filosofica, Suor Ernestina Marchisa, spesso sottolineava: “Non vediamo l’umanità camminare per le strade, ma, vediamo uomini e donne, persone umane”. Fin dall’inizio voglio sottolineare che parlerò della famiglia umana, costruita da singoli ( fratelli e sorelle, voi ed io), del nostro impegno quotidiano in irto di fragilità, di gioie, di dolori, di successi e, soprattutto, di sforzi lodevoli che, a livello personale e comunitario, stiamo portando avanti, convinti che la pace è tanto un impegno quanto un dono. Fissando lo sguardo sul clima di speranza, che si respirava a Genova prima dello scoppio della violenza (G8), possiamo domandarci: se basta così poco per distruggere la pace e la speranza, quale tipo di autoeducazione alla pace siamo chiamati ad assumere?
Di fronte a innumerevoli violenze ci viene spontanea la domanda: sono cose che stanno avvenendo nel nostro pianeta o sono cose di un altro mondo?
L’urgenza delle situazioni a livello planetario richiama l’attenzione ai problemi del mondo in modo proporzionale alle responsabilità di chi governa le singole nazioni. La storia, e soprattutto i Profeti e i saggi di ogni tempo, hanno testimoniato coi fatti che è indispensabile trasformare, il modello di vita non solo nei suoi aspetti economici e di interdipendenza tra le nazioni, ma anche e soprattutto partendo da una diversa “maniera” di stile personale nel vivere e considerare sé stessi in rapporto a tutto ciò che ci circonda. Basta ritornare ad alcuni pensatori e personaggi e notare quanto a livello personale, hanno fatto per costruire la pace.
E’ veramente commovente che l’ideale della pace stia assumendo tinte diverse secondo il contesto culturale nel quale uomini e donne di buona volontà stanno portando avanti scelte concrete. L’impresa della pace sembra un sogno, una “utopia”.
Segni nuovi
E segni nuovi spuntano oggi nelle nostre scuole, nei nostri centri di lavoro, nelle nostre famiglie, negli ambienti in cui “ci siamo” per promuovere la pace. Segni nuovi di maggior apertura per realizzare il sogno dell’unità; quell’ “Ut Unum Sint” che bruciava il cuore di Gesù è vivamente stimolante anche ai nostri giorni. La rete dell’amore di Dio Padre avvolge il mondo e invita l’umanità ad entrare sempre più in dialogo d’amore. Oggi questo dialogo si esprime con il linguaggio della pace, frutto di una conquista quotidiana e dell’impegno per costruire armonia anche in mezzo ai contrasti.
Una comprensione biblica della pace
La parola ebraica che indica la pace è “shalom” dal significato wholeness or well-being.. Siamo abituati ad usare “shalom” come un saluto o come un addio. “Fondamentalmente shalom fa riferimento a pienezza, salute totale, prosperità totale. Qualsiasi cosa che contribuisce al benessere può essere espressa in termini di shalom. Esso avvolge la totalità delle benedizioni di Dio su una persona che appartiene alla comunità dell’alleanza. In una comunità dove regna shalom, l’armonia e l’opportunità per la crescita esiste per ciascuna persona”. Nei testi di Isaia (2,4) e Michea (4,3-4) viene espresso nel modo migliore il significato di Shalom; quando le nazioni si sottometteranno al regno di Dio non ci sarà più guerra, non ci saranno più addestramenti alla guerra e non più industria di guerra. La conseguenza sarà il ritorno a un semplice stile di vita piena di pace e l’interesse non sarà più quello di accumulare molto ma di far crescere le relazioni interpersonali.
Un altro significato di shalom è l’assenza di guerre fra le nazioni, come leggiamo in 1 Samuele 7: 14.
La Bibbia, offre vari spunti per collocare la pace in un orizzonte sempre più vasto, come: Pace e sicurezza – 2 Re 20: 19; pace e verità – Zaccaria 8:19; pace e giustizia. In Isaia 32:16-18 e nel Salmo 85:10. La pace è il frutto della giustizia. La vera pace, come afferma il profeta Geremia, richiede una conversione sincera (6:13-16).
Cristo e la nostra pace
Gv 14,27 “Vi lascio la pace, vi do la mia pace”
Con la venuta di Cristo, la parola pace assume un nuovo significato: pace è un dono che i discepoli di Gesù possono offrire agli altri (Mt,10:12-13). Per l’Apostolo Paolo, eminente teologo e maestro dell’evangelizzazione, la pace è concordia (Cf. (Rm,14:19). Paolo esorta i suoi a vivere in pace con tutti (Rm, 12:18-19). La persona di Gesù, la sua comunione intima e profonda con suo Padre, il suo essere pienamente guidato dallo Spirito e la sua missione totalmente dedicata al bene delle persone, la morte che lui ha abbracciato per l’umanità e la sua risurrezione, continuano a proporci un messaggio di pace e di amore. Vista nell’ottica di Cristo, la pace assume connotazioni ben marcate. Essa va ben oltre l’assenza di guerra e caos, è la retta relazione con Dio e con Cristo, è una relazione retta fra persone, è uno stato personale di tranquillità, serenità, è parte di una formula di saluto.
Educazione alla pace
Un permanente processo di educazione alla pace esige programmi educativi che promuovano la ‘cultura della vita’, incluso il rispetto per la dignità umana, l’armonia, la pace, la giustizia e i diritti umani,. Non si può sognare un’era di pace senza assumere l’esigenza di costruire comunità caratterizzate dallo spirito di servizio e dalla condivisione delle risorse. “Una delle finalità principali dell’educazione alla pace è la formazione di un uomo , che abbia cioè fiducia in sé e negli altri; che sappia intervenire in modo creativo e personale nella realtà che lo circonda per modificarla nel senso dell’umano; che si impegni a risolvere attivamente i conflitti senza violenze e prevaricazioni, ma facendo leva sulle risorse costruttive già presenti, sviluppandone altre; che sappia operare nel quotidiano con collegamenti più ampi nella dimensione mondiale, che sia sempre alla ricerca della verità senza darla per scontata o rivendicandone l’esclusivo possesso. Per insopprimibile dimensione etico- politica, l’educazione alla pace è sempre, al contempo, educazione al cambiamento e alla giustizia, alla solidarietà e alla convivialità planetaria delle culture e dei popoli”.
Quale metodologia
Una metodologia che sappia incorporare approcci formali e non formali e allo stesso tempo ininterrotti. Le strategie devono essere interdisciplinari e devono abbracciare la persona nella sua totalità, tenendo conto che la pace è più che un insieme di conoscenze e una ampia relazione.
L’uso massimo ed intelligente della ricca eredità informatica per informare e formare, aprirà un affascinante campo da esplorare anche per il proseguimento della pace. L’uso dell’ e-mail ed Internet possono offrire un servizio rapido, degno e notevole per essere collegate in rete e raccontare che ci siamo anche noi, con i nostri piccoli passi e per avviare un processo di formazione verso una cultura di pace. “La rete, che è umana e tecnologica insieme, permette davvero di individuare le famose ‘soluzioni globali a problemi locali’, facendo rimbalzare in pochi secondi, da un capo all’altro del pianeta, la notizia di una scellerata decisione assunta in qualche oscura fabbrica di Manila e stabilendo al tempo stesso i modi dell’azione globale”.
Il dialogo interreligioso e la cultura di pace
Le molteplicità di pressioni che il nostro secolo sta vivendo continua ad esigere, da parte nostra, una maggior mobilitazione delle risorse delle grandi religioni per il dialogo e la pace. Ormai stiamo acquisendo una rinnovata consapevolezza che le religioni hanno una rilevanza nella misura in cui sono in grado di lavorare insieme per l’umanità, oltrepassando i pregiudizi del passato.
Jørgen S. Nielsen mette in evidenzia l’importanza di reinserire la religione come fattore di riconciliazione e sviluppo della comunità e afferma: “NeI mio modo di vedere, questo impegno deve essere realizzato mediante due binari paralleli e interattivi con un unico scopo, eliminare la religione come causa di conflitto delle relazioni politiche e sociali e reinserirla come fattore di riconciliazione e sviluppo della comunità. Tutti due i binari devono essere seguiti simultaneamente a tutti livelli, dalla strada al palazzo, vale a dire, dalle università, dalle istituzioni religiose e dai media chiamati ad avere ruoli particolari da giocare lungo quello spettro”
Il lavoro in rete su religione e società che l’UNESCO sta incoraggiando proietta nuova luce sul ruolo della religione anche per la costruzione di una cultura di pace. A tutti i livelli la famiglia umana deve sentire l’esigenza di considerare la religione come un fattore serio. In questo clima un lavoro di network più consapevole fra storici, teologi ed educatori è auspicabile.
Spinti dal bene comune, direi che tutti noi abbiamo il dovere di affrontare le sfide e di lavorare per la pace, lottando contro ogni forma di ingiustizia, con grande apertura e con grande amore per la giustizia. E’ importante prendere visione di quanto già sta avvenendo in vari campi.
La ricerca della pace è uno degli obiettivi che può unire i membri delle varie religioni.
Il grande successo che il Buddismo ha avuto tanto fra il popolo che nelle classi colte viene attribuito al suo messaggio profondamente umano nel parlare di pace.
“Per i buddisti, l’essenza della loro religione costituisce il fondamento della sua missione per la pace. Sakyamuni, il fondatore del Buddismo, vive nella memoria dei suoi fedeli come messaggero di pace e il suo messaggio annuncia perdono e riconciliazione assoluta”.
Una scia incantevole di pace
Alla scuola dell’esperienza concreta, quante volte ci siamo rese conto che alcuni luoghi meravigliosi di pace nel nostro pianeta si trovano in zone poco sviluppate, dove le persone vivono in armonia fra loro; hanno parametri ben diversi con i quali tessere l’unità e la pace, anche se vivono solo con un semplice pasto al giorno. In molti casi, la povertà materiale crea uno spazio nei cuori delle persone che le apre verso l’altro nel rispetto, nell’amore e nella condivisione. In queste regioni, l’umanità sta tracciando sentieri autentici di pace. Quella pace che esprime i sentimenti più profondi insiti nell’essere umano: la vera sete per la giustizia, la pace e la gioia che vengono dallo Spirito Santo (Rm 14:17). Sarebbe stato ideale avere oggi un rappresentante di quelle regioni qui a parlarci; forse ignorerebbe di essere considerato un esperto/a di pace, ma lo è perché tessere relazioni di pace è una realtà che vive nel suo quotidiano; egli/ella ha già sperimentato ciò che noi non abbiamo pensato, neanche quando abbiamo sognato l’arcobaleno della pace.
Uomini e donne sul sentiero della pace
Madre Teresa di Calcutta, grande ambasciatrice di pace, seminava pace nei cuori dei suoi poveri. Con le sue parole emblematiche “Works of love are works of peace” ( i lavori d’amore sono lavori di pace), M. Teresa, ha conosciuto il segreto di far nascere la pace in molti cuori.
“Signore,
tu sai che non mi occupo di armi.
Desidero soltanto
Essere tuo strumento
Nel portare pace al mondo.
Mio Signore,
dove c’è la pace
le armi non hanno importanza.
Dove c’è la pace
La gente si può amare
Come tu ci ami.
Dacci la pace,
o Signore
e fa che le armi siano inutili
in questo mondo meraviglioso”.

shantij

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