IL SERVIZIO RESO AL PROSSIMO COME DEMOLIZIONE DELL’EGO”. Relazione di Teresa Zarrelli

Meeting di Assisi 9/12 sett. 2004 promosso dal Mandir della Pace

Il servizio reso al prossimo come demolizione dell’ego è una delle espressioni più nobili dell’uomo che vive il sociale con impegno concreto. Ho sperimentato personalmente tutto ciò quando ero impegnata in un’esperienza di volontariato nel mondo della tossicodipendenza, e contemporaneamente vivevo un’altra bellissima esperienza : studiavo e conseguivo il diploma in scienze religiose. Ciò, oltre ad arricchirmi culturalmente mi ha dato una dimensione spirituale intensa dando significato e valore al mio impegno sociale. Aver toccato la sofferenza di tanti giovani, delle loro famiglie, aver visto il travaglio di chi giunge alla decisione di far volontariato e aver subito la cattiveria gratuita di chi vuole usare e manipolare anche la sofferenza , mi ha spinta a scrivere un libro riguardante quest’esperienza… …non poteva rimanere nel buio una realtà realizzata per un progetto d’amore da cui erano scaturite delle emozioni dei significati forti per la costruzione e il miglioramento della vita nei suoi aspetti sociali e morali. Dimostrare che non basta la chiusura di una porta per fermare l’amore, sarebbe infatti come voler chiudere il mare in una stanza e il vento in una scatola Non è assolutamente una polemica né un’accusa è semplicemente un andare dentro l’anima di chi ha vissuto la sua esperienza di volontariato in modo semplice,spontaneo senza interessi personali che è cresciuto nei rapporti umani, e ad un certo punto ha visto violentata la propria dignità . Ho voluto capire che cosa queste persone avevano violentato, fin dove avevano graffiato l’anima e allora attraverso alcune storie e semplici considerazioni è emerso un monito per le coscienze, un invito a guardarsi dentro affinché l’intelligenza si incontri con l’amore per buttar via la maschera costruita dall’ipocrisia che logora chi la porta e violenta chi la subisce. Un invito a comprendere che l’orgoglio, l’egoismo non portano a nulla ma soltanto ad ostacolare progetti d’amore e a dare alla solidarietà un significato a proprio uso e consumo sfatando il significato profondo di questo termine. Chi vive esperienze di volontariato sa che SOLIDARIETA’ significa condividere le situazioni degli altri operando nell’unità , sentirsi responsabili di quanto di penoso accade al fratello e realizzare e progettare un soccorso efficace.IL volontario sa che per porsi in una simile disponibilità deve annullare se stesso il proprio ego, certo non per negare la propria identità ma al contrario per sublimarla nel dono di se a chi ha bisogno, solo così potrà dare e ricevere. Non c’è un metodo per imparare tutto questo, avviene spontaneamente quando una persona è positiva,libera dentro, quando nei suoi occhi si legge l’amore per la vita e da essa si lascia travolgere come da una forza che trascende la tua stessa volontà che plasma con violenza la tua anima e la libera da te stessa facendole ritrovare il gusto della speranza cioè della certezza che non vivi per morire ma che nel vivere concretamente muori a te stesso al tuo egoismo per dare Vita a quella Vita che diventa AMORE. Si evince, quindi, che più importante del servizio materialmente reso dal volontariato è l’apporto di valori che esso introduce nella società, sia modificando le persone stesse dei volontari, sia introducendo con gesti concreti una provocazione ed una sfida alle logiche dominanti nel contesto sociale per cui la demolizione dell’ego diventa il presupposto essenziale per ogni attività vera di volontariato che mira alla costruzione positiva della società umana in prospettiva di una maggiore umanizzazione. La condizione che rende possibile la demolizione del proprio ego è un’altra forma di sublimazione dell’animo, l’umiltà. Essa non è sinonimo di povertà ma di grandezza d’animo, quella grandezza d’animo che spinge il volontario a combattere i mali della condizione umana.di qualsiasi tipo: economici,politici, culturali, nazionali ed internazionali e non gli consente di rimanere passivo ed inoperoso. Il tutto torna a profitto dell’intera comunità e non solo dell’autorealizzazione personale. Per questo motivo ho intitolato il mio libro “Quando la vita diventa amore” ho voluto dargli un sapore di romanzo perché in effetti è il romanzo dell’animo del volontario di colui che vive in modo positivo la sua esperienza, di colui che con affanno cerca la verità e risposte a tante domande. Nel libro ho paragonato questo travaglio ad una melodia di cui si posseggono gli spartiti ma che non si riesce a suonare. Si può suonare e comprendere questa musica solo dopo aver incontrato l’amore che guarisce, quell’amore che ti porta oltre la sofferenza e ti lascia percepire la bellezza di ciò che incontri nell’altro attraverso un dialogo libero da condizionamenti e da false illusioni. E’ in questo contesto che il senso del “dare” assume un’ importanza diversa perché è un dare che dinanzi alla sofferenza diventa dono, partecipazione, solidarietà, sostegno, rispetto e solo allora si trova l’Ingranaggio giusto che smuove e aiuta a cercare la speranza e la forza di lottare oltre le proprie forze. e tu sei lì a risvegliare quel legame che unisce la tristezza alla gioia, la luce al buio, il grigio al caldo tepore del sole e quando lo hai trovato quando cioè quella sofferenza comincia a colorirsi di speranza….tutto diventa uno scambio dove il dare e il ricevere si fondono in un continuo ed infinito alternarsi che va oltre noi stessi, trascende la nostra limitata realtà e ne fa un tesoro da elargire a tutti. In una simile realtà dove il tuo ego è stato demolito per dare vita alla VITA…come si può definire il volontario, chi è quell’uomo quelle donna quel giovane che sembra non stancarsi mai? Egli è semplicemente la prova concreta dell’amore, è colui che ha saputo guardare nell’angolo più remoto del proprio cuore e vi ha scorto la grande nobiltà schiacciata, ma non ancora sopraffatta dall’orgoglio, dalla superbia, dalle costrizioni e dalle barriere del vivere quotidiano; E’ colui che ha riconosciuto il valore oggettivo della sofferenza, nel momento in cui ha confrontato positivamente la bellezza della sua interiorità con le molteplici difficoltà della vita.Non senza travaglio, egli diventa colui che nel rinascere a se stesso, favorisce in chi soffre, l’incontro delle proprie debolezze con il fascino della vita le cui difficoltà la rendono ancor più vera e degna di essere vissuta contro ogni altra tentazione che invece vuole sopprimerla; Diventa colui che conduce per mano chi si sente sperduto nel tunnel della propria indigenza; Colui che sa donare un sorriso a chi conosce solo lacrime o smorfie simili a mezzi sorrisi; Infine, diventa colui che non ha bisogno di essere presentato ma che testimonia se stesso con il suo operato. Il volontario ogni volta che presta la sua opera non analizza quanto stiamo dicendo …lo fa e basta… È giusto che sia così ma è altrettanto giusto valorizzare questo aspetto perché egli non è più colui che risolve gratuitamente dei problemi ma è colui che dall’anonimato lancia un messaggio d’amore che raggiunge la sensibilità di tutti. E’ chiaro che persone formate a questa scuola sono portatrici di pace, esse sanno creare i presupposti per costruire la vera pace quella cioè che è parte integrante dei valori che costruiscono la vita rendendola degna di essere vissuta. “… Si, sarebbe bello se il mondo scoprisse di essere un’enorme associazione di volontariato, diventerebbe un’oasi di pace, dove i colori usati per definire le varie razze umane o i vari disagi esistenti, diverrebbero un unico colore su cui splenderebbe lo stesso sole che abbraccia tutto e tutti senza distinzioni, e la mano di ognuno potrebbe toccare la mano tesa da un altro…. E’ solo un sogno? E’ un’utopia? No, non è un’utopia, è un sogno, un bellissimo sogno e i sogni sono quelli che ci aiutano a realizzare le cose più impensate e irraggiungibili perché ci regalano la speranza, la speranza ci dona la voglia di andare avanti e nell’andare avanti incontriamo tanti altri sogni e così via senza mai fermarsi e chissà… alla fine qualche sogno dovrà pure realizzarsi! “

Teresa Zarrelli autrice del libro ”Quando la vita diventa amore

shantij

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