La Religione come “ri-unione” dell’uomo con Dio nel Tempio dell’Uno. Sulle vie del Cristo Cosmico, di G. Lavorgna

immagine 15725ecRelazione di Gabriella Lavorgna (Pres. Fondazione”Il Mandir della pace “)

Prima di passare alle riflessioni che il tema in oggetto comporta vorrei precisare la differenza sostanziale che esiste tra Religione e Spiritualità.

La parola Religione, che viene dal latino re-ligio = ri-legare, quindi Ri-unione, si riferisce ad un credo, in termini fideistici, elaborato dall’uomo, in conseguenza di una rivelazione divina, e, in virtù di questo, rappresenta lo strumento di intermediazione tra l’uomo e Dio, tramite regole, dottrine ed insegnamenti, da lui stesso dettate.

La SPIRITUALITA’ invece, quale motore dell’Essere, segue i dettami che gli giungono dalla scintilla divina presente nel suo Sé interiore e quindi rappresenta l’intima e diretta relazione con Dio. Comunemente si pensa che “spiritualità” significhi meditare su Dio, visitare luoghi sacri o praticare riti devozionali ma questo non è il significato corretto del termine. Spiritualità significa distruggere la natura animale nell’uomo e risvegliare la sua consapevolezza Divina; implica il riconoscimento del fatto che le molte capacità che abbiamo provengono dallo Spirito e non dalla mente e quindi utilizzarle per ottenere forza spirituale, significa riconoscere che tutti i poteri vengono dal Divino.

Nei tempi moderni è evidente che l’umanità e i suoi popoli, se vogliono sopravvivere, si trovano davanti alla sfida del destino di compiere nuovi, grandi o piccoli salti di qualità” o passi evolutivi. Ora i tempi sono maturi per separare la sfera dello spirito dalla materia, il mondo fisico, di cui percepiamo l’esistenza tramite la percezione sensoriale, da quello metafisico, comprensibile a livello coscienziale grazie all’intuizione. L’insieme delle coscienze individuali costituisce la “Coscienza Cosmica”, ovvero l’emanazione della fonte di ogni conoscenza, ossia dell’Assoluto, inesauribile risorsa di un’Energia intelligente a cui ogni Essere vivente può attingere.

È tempo che l’uomo faccia un “salto di fede,” che sfidi ciò che non conosce, senza la recinzione della difesa,dietro cui oggi si barrica,superando le barriere del pregiudizio e della diffidenza, con una disponibilità predisposta alla ricerca della Verità. La Chiesa di oggi ha bisogno dello spirito e del coraggio di Giovanni XXIII, che convocando il Concilio Vaticano II aprì le porte della Chiesa ad un cambiamento radicale e alla rinascita.

Ma cosa significa avere fede?

La fede è uno dei perni essenziali nella scala dei Valori Umani, e in tutte le religioni è stata considerata un dono di Dio. La fede è seguire la Parola del Maestro, e viverla sino in fondo per incontrare alla fine della strada, la propria evoluzione. Non dimentichiamo che se con fede si chiede alle montagne di alzarsi e camminare questo avverrà.

“Il Cristo Cosmico”, offre una via reale, per percorrere questa strada.

I cercatori della verità,cristiani – mistici e alchimisti – hanno affrontato molto chiaramente tali percorsi di perfezionamento.Anche molti altri “Esseri Umani “ hanno fatto esperienze in questa direzione in maniera più o meno consapevole. E ciò indipendentemente dal fatto che essi abbiano percorso una via interiore o che piuttosto abbiano messo in atto la loro fede in una dimensione più sociale, o se – nel senso di un „cristianesimo pieno” così come noi lo definiamo – abbiano unito entrambi gli aspetti. Da millenni in molte culture si è alla ricerca del superamento della lacerazione interiore dell’uomo. Ne sono una prova le aspirazioni degli alchimisti taoisti, compimento di tale processo in questo modo. Per questa ragione gli uomini possono comprendere più facilmente questo percorso, in particolare se lo fanno comparando le diverse forme di yoga, ecc. ( la parola indiana Yoga significa anch’essa la ricerca di una ri-unione con l’origine.

Gesù, il “Cristo Cosmico”, rappresenta il segnale che da allora anche gli uomini possono riacquistare di nuovo le loro caratteristiche originarie e dimenticate e che è venuta l’ora di riparare agli stravolgimenti ormai diventati pericolosi. Lui poté riunire in se, il legame che è alla fonte originaria del senso della vita – Dio – con una coscienza umana altamente sviluppata, Lui è stato l’uomo che fu in grado di dimostrare in maniera consapevole che “il regno di Dio è dentro di noi”. Una relazione interiore dell’uomo con Cristo e con Dio è possibile in primo luogo anche senza la mediazione della chiesa, benché nella maggior parte dei casi la stessa possa rappresentare ancora un notevole aiuto. Le teologie contraddittorie che avevano separato la completezza dell’Essere di Cristo in un padre spirituale e in un riformatore sociale non rappresentano più la soluzione migliore, sebbene possano essere d’aiuto per alcune persone, in particolare se queste ultime conoscono diverse teologie. Ogni singolo uomo può mettersi in contatto con il “Cristo “isolandosi in una stanza, ma anche stando sulla piazza di un mercato. La meditazione e la preghiera sono dei grandi strumenti per sintonizzarsi con il” Divino” Quello che verrà percepito sarà probabilmente il desiderio di pregare il “Dio padre “,che avvolge tutto “nel suo nome” o insieme a Lui come se fosse un ‘grande amico o fratello’

Il significato dell’etica in questo percorso.

Il progresso verso la Pace inizia con far emergere dalle coscienze quel bisogno di solidarietà e Amore, cui ogni Essere umano anela, nel rispetto e nella tolleranza delle reciproche convinzioni, tramite l’apprezzamento dei valori e dell’essenza dei contenuti che ogni dottrina proclama, secondo una ricerca dei messaggi in essa contenuti che rivestono carattere di Universalità, senza rifiutare possibili coinvolgimenti.

Un livello di questo percorso è in primo luogo l’Amore “verso il prossimo come verso se stesso. Amare se stessi significa riconoscere il proprio compito all’interno della propria cerchia. L’Amore si collega all’insegnamento del Cristo, perché è la sua principale caratteristica, legata alla Sua saggezza. Anche la via della”buona azione “o della “buona novella “rende comprensibile la via cristiana nei suoi effetti interiori ed esteriori, ed il Perdono come arma consapevole per una cultura di Pace. Gesù ha mantenuto le regole etiche fondamentali costituite perché l’uomo normalmente “miete quello che ha seminato” Lui però, anziché porre l’accento sulla legge esteriore, ha posto la responsabilità in maniera più forte nel singolo. In questo modo si può percepire che nell’interno proprio di ogni uomo c’è qualcosa – anche se percepibile solo come Coscienza – che è in armonia con Cristo, e attraverso la quale avviene una sorta di “rinascita”.Ciò significa che nel corso del tempo l’uomo nella sua interezza entra sempre più in armonia con lo spirito, così come lo viveva Cristo. Questo punto di partenza interiore può essere vissuto nel cuore o nell’anima oppure nello spirito, i modi di viverlo sono diversi a seconda dell’individuo. A prescindere da come il singolo individuo viva Cristo o le forze a lui collegate – è opportuno richiamare quanto più possibile alla coscienza ciò che è conosciuto individualmente, affinché sulla base di esso si possa sviluppare un contatto più diretto – anche nel caso in cui non siano riconoscibili degli effetti immediati notevoli. La virtù terapeutica universale del Cristo „ esteriore” o di Dio – una virtù che continua a ritornare – può poi legarsi di nuovo alla forza che si sviluppa, come dono della Creazione, all’interno dell’uomo. Anche in questo caso la maniera di vivere questo fenomeno può essere diversa a seconda della persona. In questo caso però essa sarà chiara e avrà delle influenze sull’ambiente circostante. Mentre questa vastità fino ad ora era limitata a pochi, che venivano considerati „mistici” o „santi”, nei nostri tempi apocalittici certi fenomeni possono manifestarsi in maniera crescente tra le persone semplici – cosa che non sempre viene riconosciuta nel suo significato e nella sua portata. Questo effetto universale „dal di fuori” può venire accettato o verrà eventualmente a scontrarsi in maniera dolorosa contro le barricate erette da coloro che dentro di sè non hanno sviluppato niente di affine.

Uno sviluppo affine nelle diverse culture sin dai tempi remoti.

Così come avviene negli stadi di sviluppo del bambino fino ad arrivare all’uomo maturo, anche nelle culture umane ci sono stati simili stadi di sviluppo della coscienza. Essi da una parte hanno portato a nuove ottiche, determinando una volontà, un sentire e un pensare più liberi, dall’altra però hanno fatto diminuire la familiarità originaria con la „creazione”, e ciò ha fatto sorgere dei problemi. Anche dei modelli diversi in stadi di sviluppo riconoscibili nella loro essenza hanno avuto una grande influenza, o per lo meno hanno potuto svilupparsi in misura culturale determinante. Questo è accaduto nonostante tutte le contrarietà, ma spesso, come è già stato accennato, con grandi perdite. Ciò adesso non deve più avvenire a spese delle capacità acquisite, come per esempio quelle della “ragione”. Quando un numero sufficiente di singoli(la massa critica) sviluppa una coscienza della ragione sempre più ampia per congiungersi con la loro origine divina, la competizione con le catastrofi apocalittiche può essere ancora vinta con un aiuto „dall’alto”. Per questo è necessaria anche una relazione con i movimenti attivisti esteriori quali i movimenti per la pace ecc. Tutte le persone di buona volontà hanno il loro „posto” in questo „gioco”. Molte persone – di tutte le tradizioni religiose – cercano e vanno in questa direzione. Esse precedono il futuro e aiutano ad elaborare il passato, anche se prevale ancora la „mediocrità”. È la domanda se è nato prima l’uovo o la gallina, se la „salvezza” esteriore rappresenta lo scopo o la coscienza esistenziale, il progresso dell’essere umano. Le scale di valori valide finora devono assolutamente venire trasformate, perché l’uomo può esattamente immaginare dove potrebbe andare a finire se si ostina ad andare avanti con il programma finora seguito e ormai antiquato.

Una probabile soluzione potrebbe essere rappresentata dal fatto che nella storia delle Comunicazioni e delle relazioni interpersonali si rovesci questo tipo di rapporto per far sì quindi che si espanda una coscienza di massa che conduca ad un livello di società spirituale, in cui si comprenda il concetto che tutto è “Interconnesso”.

Gli uomini devono tornare a Ri-membrare, cioè ricordare di essere membri di un unico sistema e che quindi il presunto insieme è già interamente collegato.
Ut omnes unum sint” citando il messaggio cristiano.

Il superamento dei dogmatismi religiosi è l’unica strada percorribile per giungere ad una spiritualità universale che unisca tutti i figli dello stesso Padre. Il messaggio eterno di tutte le religioni è la realizzazione del Sé: qualunque sia il credo, lo scopo essenziale della Religione è di aiutare l’essere umano a sviluppare il suo più alto potenziale. La spiritualità deve essere un’aspirazione cosciente e la funzione delle religioni è quella di coinvolgere persone di ogni età, razza e livello culturale per stimolare un serio impegno individuale. La spiritualità si dimensiona come “movimento consapevole” destinato a radicarsi nel sociale esercitando un enorme ascendente sull’economia, sulla politica, sulla medicina, sulla psicologia, sulla religione intesa come ricongiunzione dell’uomo al divino. Il Mandir della Pace affronta in maniera costruttiva, attraverso il dialogo aperto tra i rappresentanti di diverse comunità spirituali, il problema centrale dell’esistenza: le diversità di espressione come realizzazione della stessa Unità. Occorre comprendere che non è il mondo ad essere diviso, ma è la coscienza umana che ha bisogno di separare per fare esperienza del mondo. Ogni divisione, apparentemente in opposizione, appartiene alla stessa Unità: l’Amore, la Tolleranza, la solidarietà rappresentano l’unico collante in grado di realizzare una coesione fra le coscienze degli uomini e di avviare un autentico processo di pace. ”Amatevi l’un l’altro come fratelli”….

I valori religiosi sono nel terzo millennio in stato di decadenza e lo sbandamento generale cui si assiste non sono altro che le doglie del parto di una rinascita spirituale nella storia dell’Umanità, affinchè si concretizzi il vero messaggio del Cristo nell’espressione “Io e mio Padre siamo Uno”.

A questo ideale di cattolicità globale il misticismo di Francesco D’Assisi può offrire un contributo notevole e positivo.

Queste motivazioni trovano una sintesi concreta nella realizzazione artistica della statua di San Francesco che il “Mandir della Pace”, la Fondazione da me presieduta, ha recentemente donato al Comune di Assisi. La statua – contornata da un’aureola, contenente i simboli delle più note religioni- è l’iconografia inedita del messaggio francescano, oggi più che mai interprete sublime di quella spiritualità universale che dovrebbe illuminare gli uomini del terzo millennio. Mahatma Gandhi lo ha così definito: “La vita di San Francesco è la copia simile a quella di Cristo. Se san Francesco è l’essenza del cristianesimo allora io sono cristiano”.
Quando ogni Essere avrà finalmente compreso il senso di questi concetti, allora il mondo sarà trasformato per determinare un futuro di Pace. Dopo millenni di segregazione queste tematiche hanno il merito di aprire uno spiraglio di conoscenza tra le due parti della cultura spirituale dell’Umanità.
Come ogni cosa è parte del tutto, anche ogni buona azione ha sbocco nel tutto. Si annuncia allora un “ritorno” a Dio nel ricongiungimento degli opposti, dal microcosmo al macrocosmo e viceversa! Si tratta solo di prendersi tutti per mano e provare a parlare lo stesso linguaggio, il linguaggio dell’Assoluto infatti non può essere che “Unico”.

Gesù disse, “Se i vostri capi vi diranno, ‘Vedi, il Regno è nei cieli’, allora gli uccelli dei cieli vi precederanno. Se vi diranno, ‘E’ nei mari’, allora i pesci vi precederanno. Invece, il Regno è dentro di voi e fuori di voi.” Quando vi conoscerete sarete riconosciuti, e comprenderete di essere figli del Padre vivente. Ma se non vi conoscerete, allora vivrete in povertà, e sarete la povertà stessa.” (Vangelo di Tommaso )

shantij

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