Religiosita’ e Spiritualita’: Quale differenza-Relazione di M.Gabriella Lavorgna

Dal mio libro’’lo specchio dell’anima’’

Gabriella Lavorgna – Lo specchio dell’anima

“Esiste una sola Religione quella dell’Amore, esiste un solo linguaggio quello del cuore, esiste una sola casta quella dell’Umanità, esiste un solo Dio che è dappertutto”. Da questo messaggio di SAI BABA, il maestro spirituale indiano e su tali basi ho compreso la sostanziale differenza che esiste tra i concetti di Religiosità e Spiritualità, che, per ignoranza, non conoscevo, identificandoli in una unica realtà. Per “Religiosità” si intende il Sentimento del sacro, del soprannaturale, di fede nella divinità, collegata alla parola Religione, dal latino re-ligare = unire, quindi Ri-unione, un complesso di credenze di uomini che si rapportano con Dio (l’Essere invisibile che domina il mondo sensibile). Tale rapporto normalmente viene mediato da un’organizzazione clericale o similare, che indica i dogmi di fede, le regole, le dottrine e gli insegnamenti, elaborati in conseguenza di una rivelazione divina, da parte di un Maestro; La Spiritualità, invece, quale motore dell’Essere, segue i dettami che gli giungono dalla Scintilla divina, presente nel suo Sé interiore e, quindi, rappresenta l’intima e diretta relazione con Dio. Da sottolineare che la Religione evidenzia la dualità del rapporto tra l’Uomo e Dio, come due esseri distinti e separati, mentre la Spiritualità pone come prerogativa l’Unità, la non dualità, (in sanscrito: “Advaita”), di tutta l’esistenza e la fusione nella Coscienza dell’Assoluto. La Spiritualità è sinonimo di solitudine ed introspezione: ricerca di Dio in noi, Unità con Lui. Questo atteggiamento l’ho ritrovato nelle mie radici cristiane, quando il Maestro Gesù afferma in maniera consapevole che “Il Regno di Dio è dentro di Noi”. Seguendo le orme di Gesù, nella sua connotazione di “Cristo Cosmico”, relegato nella sua duplice Natura, “Umana e Divina”, si giunge ad un punto di incontro tra le correnti di pensiero di Oriente ed Occidente, percorrendo una via reale che indica un segnale, a mezzo del quale gli uomini possano tornare a Rimembrare, cioè a riacquistare le loro caratteristiche originarie, quali membri di un unico sistema, ”Ut omnes unum sint”(“affinchè tutti siano Uno”), ovvero della stessa sostanza del Padre. Una relazione interiore dell’uomo con “Cristo” e con Dio può avvenire tramite il silenzio, la meditazione e la preghiera, grandi strumenti per sintonizzarsi con il “Divino”. E’ questa l’unica strada percorribile per giungere ad una Spiritualità Universale, che unisca tutti i figli dello stesso Padre. E’ questo il momento del superamento dei dogmatismi religiosi. In virtù di questa personale convinzione, maturata nell’elaborazione dei miei percorsi introspettivi, promuovo attivamente, da più di 20 anni, tramite una rete di volontariato, che ho costituito: ”Il Mandir della pace” (la parola Mandir in sanscrito vuol dire “Tempio”), iniziative atte a risvegliare la consapevolezza in ciascuno di noi al fine di sviluppare una cultura di Pace, ponendo in risalto il valore del dialogo interreligioso, sull’esempio di Francesco d’Assisi, simbolo di Fratellanza Universale, per una Cooperazione tra tutti i popoli dall’ Oriente all’ Occidente. Sentire in me il dovere e la responsabilità di impegnarmi sui temi del “Dialogo”, è stato quando ho capito che tutti noi siamo responsabili del tessuto umano e che è possibile un cammino insieme, liberandoci dai pregiudizi e dall’egoismo di credere che ciascuno di noi tutti sia il vero possessore della Verità. Il messaggio eterno di qualsiasi Religione è lo specchio dell’anima, la Realizzazione del Sé ed il suo scopo essenziale è di aiutare l’Essere Umano a sviluppare il suo più alto potenziale. La Spiritualità deve essere un’aspirazione cosciente per stimolare un serio impegno individuale e si dimensiona come “Movimento consapevole”, destinato a radicarsi nel sociale, esercitando un enorme ascendente sull’economia, sulla politica, sulla medicina, sulla psicologia, sulla religione intesa come ricongiunzione dell’uomo al divino, nell’affrontare in maniera costruttiva il problema centrale dell’esistenza: le diversità di espressione come realizzazione della stessa Unità. La vera essenza sta nel comprendere che non è il mondo ad essere diviso, ma è la Coscienza umana che ha bisogno di separare per fare una propria esperienza del mondo. Ogni divisione, apparentemente in opposizione, appartiene alla stessa Unità: l’Amore, la tolleranza, la solidarietà rappresentano l’unico collante in grado di realizzare una coesione tra le coscienze degli uomini per avviare un autentico processo di pace.”Amatevi l’un l’altro come fratelli”… In questo processo fra dualismo e non-dualismo, si manifesta tutto il gioco della vita e della coscienza.

shantij

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